Torna al Maggio il Rigoletto di David Livermore

Data: 16/02/2025

Città: Firenze

Luogo: Teatro del Maggio

Fino a 23/02/2025

Direttore: Stefano Ranzani

Orchestra: Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Giuseppe Verdi

Regia: Davide Livermore

Rigoletto di Giuseppe Verdi nell’allestimento del 2021 firmato da Davide Livermore apre la stagione lirica 2025 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Sul podio della Sala Grande, alla testa dell’Orchestra e del Coro del Maggio, Stefano Ranzani. Domenica 16 febbraio  alle ore 17 la prima recita. Altre tre le recite in programma: martedì 18 e giovedì 20 febbraio alle ore 20 e domenica 23 febbraio alle ore 15.30.
Daniel Luis de Vicente (Leon Kim nella recita del 18/2) veste i panni del protagonista mentre Celso Albelo è il Duca di Mantova e Olga Peretyatko è Gilda.

“Ho sempre considerato Rigoletto la più ‘mozartiana’ delle opere che compongono la trilogia popolare di Verdi, quasi leggiadra e delicata – afferma Stefano Ranzani – nonostante i temi oscuri che formano la trama. La musica stessa, un linguaggio semplice solo all’apparenza, richiede ogni volta un approccio diverso alla partitura che si stringe fra le mani; spesso emergono nuovi aspetti che nelle precedenti letture non avevo notato o a cui avevo dato un peso diverso”.

“La messa in scena di Livermore – nota Stefania Grazioli, che ha curato la ripresa della regia – riesce a fare emergere una ‘mostruosità’ intima e interiore di Rigoletto. È un allestimento che gioca molto sull’oscurità e sulle profondità. Ogni atto dell’opera sembra ambientato in epoche diverse: il primo è allestito come se si svolgesse durante una festa quasi orgiastica con costumi rinascimentali, una scena con sfumature ai limiti del rituale che mi ha ricordato il celebre film Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick”.

Centrale nello spettacolo di Livermore è poi il tema della maledizione, come ricordava lo stesso regista: “Giuseppe Verdi avrebbe voluto chiamare quest’opera La maledizione: sono raccontati in maniera straordinaria i due tempi di cui una maledizione è composta; il momento in cui viene lanciata e il momento in cui poi essa si avvera. Così avviene anche in Rigoletto, dove il tema della maledizione lo sentiamo per la prima volta nel preludio dell’opera per poi sentirlo nel finale, devastante, che infine la vedrà compiersi. Questo è senza dubbio uno dei momenti che più mette in relazione Verdi con Victor Hugo, l’autore di Le roi s’amuse, qui raccontato meravigliosamente in musica anche da Francesco Maria Piave, che offre come sempre una straordinaria traduzione che si adatta perfettamente alla poetica verdiana”.

Primo titolo della cosiddetta ‘trilogia popolare’, Rigoletto debuttò con successo l’11 marzo 1851, segnando una svolta decisiva nel panorama operistico dell’epoca. Per la prima volta, il ruolo principale fu affidato a un personaggio di umili origini, infelice e deforme. Uomo dalla personalità tormentata, Rigoletto era tanto cinico e spietato nel suo ruolo di giullare quanto amorevole e passionale in quello di padre. Inevitabilmente segnato da quella maledizione che lo accompagnava fin dall’inizio dell’opera, Rigoletto avrebbe perso tutto, anche il suo bene più caro, rimanendo schiacciato dal peso di un destino da cui non poteva sottrarsi.

Foto di Michele Monasta

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