Salome: una sfida apre il Maggio

Data: 13/04/2025

Città: Firenze

Luogo: Teatro del Maggio

Fino a 27/04/2025

Direttore: Alexander Soddy

Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Musica: Richard Strauss

Regia: Emma Dante

Che la si pronunci con l’accento sulla ‘a’, sulla ‘o’ o sulla ‘e’, Salome di Richard Strauss è una sfida, su questo non c’è dubbio. Ad aprire l’87esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino sarà dunque una sfida, e una sfida plurima: musicale, sia per l’orchestra che per le voci, ma anche scenica. È con un’archetipo della cultura occidentale che abbiamo a che fare, come fa notare il sovrintendente Carlo Fuortes, aggiungendo che per affrontare questa sfida servono un’orchestra, un direttore, dei cantanti e un regista straordinari. “E il Maggio li ha”, conclude Fuortes.

In scena domenica 13 aprile alle 18 con tanto di dress code “black tie”, Salome sarà replicata mercoledì 16 e 23 aprile alle 20 e domenica 27 aprile alle 15.30. Sul podio Alexander Soddy, britannico con lunghe esperienze in Mitteleuropa, prima ad Amburgo, poi a Klagenfurt e a Mannheim. Proprio ad Amburgo, ventidue anni fa, Soddy cominciò a frequentare come pianista accompagnatore quest’opera che ama per i contrasti che l’attraversano, tra bellezza e violenza, in un territorio in cui la seduzione melodica è sempre al confine dell’atonalità. Al suo debutto al Maggio Fiorentino, Soddy sarà impegnato anche in un concerto sinfonico  interamente dedicato alle composizioni di Strauss sabato 26 aprile alle 20 in Sala Mehta.

A incarnare il fantasma erotico femminile – quello maschile è Jochanaan, il cui erotismo è affidato alla sola voce – protagonista dell’opera con cui Strauss si impose al pubblico e alla critica nel 1905 è il ventinovenne soprano russo Lidia Fridman, che sostituisce la britannica Allison Oakes, costretta a ritirarsi per un’indisposizione.

A dare consistenza scenica a questo dramma musicale in un atto, composto sul testo dell’omonimo dramma di Oscar Wilde nella traduzione in tedesco di Hedwig Lachmann, è la regista Emma Dante. La sua Salome si annuncia lontana dall’algido erotismo in bianco e nero di Aubrey Beardsley, illustratore del testo di Wilde. Sarà piuttosto un’immaginario fiabesco e mediterraneo quello che la messa in scena promette, con la voce di Jochanaan che esce da un’enorme faccia di pietra, a un tempo bocca della verità e mostro di Bomarzo. “Tutto è carnale in quest’incubo dove niente è realistico, a cominciare dalla musica”, sottolinea Emma Dante. Una carnalità in cui si fondono desiderio e morte. Non a caso muore strangolata dai capelli di Jochanaan, la sua Salome, “ultimo anello di una famiglia disfunzionale in cui ognuno finisce per uccidere il proprio oggetto del desiderio”.

Foto di Michele Monasta.

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