Data: 10/07/2021
Ora: 20:00
Città: Firenze
Luogo: Teatro del Maggio
Direttore: Gianandrea Noseda
Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Musica: Umberto Giordano
Interpreti:
Stephana Sonya Yoncheva
Vassili, ufficiale della Guardia Giorgi Sturua
Gléby George Petean
Nikona Caterina Piva
Il principe Alexis Giorgio Misseri
Ivan Antonio Garés
Il banchiere Miskinsky Francesco Verna
Walinoff Emanuele Cordaro
Il capitano Francesco Samuele Venuti
Il sergente Joseph Dahdah
Il cosacco Alfonso Zambuto
Il Governatore Adolfo Corrado
L’invalido Amin Ahangaran
La fanciulla Caterina Meldolesi
Regia: Roberto Andò
Gianandrea Noseda dirige Siberia di Umberto Giordano, in scena per la prima volta al Teatro del Maggio il 7, 10, 13 e 16 luglio alle ore 20. L’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino si conclude con un’opera che è una vera e propria rarità. Il dramma in tre atti, su libretto di Luigi Illica, si inserisce nel solco del Verismo, che ha segnato anche l’apertura del Maggio con Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Composta nei primissimi anni del Novecento, Siberia era l’opera preferita da Giordano.
Gabriel Faurè l’ha definita una delle più interessanti e singolari del panorama musicale di inizio Novecento. Il debutto avviene alla Scala il 19 dicembre 1903. Su quello stesso palcoscenico, pochi anni prima, il compositore foggiano si era guadagnato il favore del pubblico con Andrea Chénier. Il soggetto di Siberia si ispira a Resurrezione di Tolstoj e a Memorie di una casa dei morti di Dostoevskij. Protagonista della vicenda è la cortigiana Stephana – donna, amante ed eroina – come recitano i tre atti in cui è suddivisa l’opera. La donna ama segretamente l’ufficiale Vassili. Quando quest’ultimo ferisce in duello il principe amante di Stephana, finisce ai lavori forzati. Lei lo raggiunge in Siberia, pronta a condividere con lui il resto dei suoi giorni. Ma il suo vecchio protettore, il criminale Gleby, la raggiunge. Così Stephana finisce uccisa dalle guardie mentre tenta la fuga. I paesaggi nordici sono evocati dall’impiego di melodie di tradizione slava.