Musica sinfonica, opera e balletto su Rai5. In questa settimana si succedono Beatrice Rana con l’Orchestra Rai, I due Foscari diretti da Gavazzeni, Fabio Biondi con Santa Cecilia, il Ballo Excelsior con Bolle e La damnation de Faust diretta da Gatti.
Lunedì 20 aprile alle 17.45 va in onda un concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, registrato nel maggio 2019, con la giovane pianista Beatrice Rana. Dopo aver ottenuto a soli diciotto anni il Primo premio al Concorso Internazionale di Montréal nel 2011, ha vinto il “Premio Abbiati” della Critica Musicale Italiana come miglior solista nel 2016 e un “Gramophone Award” nel 2017 per la sua incisione delle Variazioni Goldberg. In apertura di serata interpreta il Concerto n. 1 in re minore per pianoforte e orchestra op. 15 di Johannes Brahms. Questa pagina giovanile scopertamente romantica vide la luce nel 1859 dopo quattro anni di ripensamenti.
Sul podio dell’Orchestra Rai è impegnato Maxime Pascal, che nella seconda metà del programma propone le due suite orchestrali che Maurice Ravel estrasse nel 1913 dal balletto Daphnis et Chloé. Composto fra il 1906 e il 1911 e rappresentato dai Ballets Russes di Djagilev nel 1912 allo Châtelet di Parigi, il balletto si ispira alle vicende dei due pastorelli Dafni e Cloe narrate nel romanzo ellenistico di Longo Sofista. Ravel lo definì una “sinfonia coreografica”, specificando di essersi ispirato alla Grecia “come l’avevano immaginata gli artisti francesi alla fine del Settecento”.
Martedì 21 aprile alla 17.30 è la volta del grande repertorio operistico italiano, con una celeberrima edizione de I due Foscari di Giuseppe Verdi. Si tratta di quella andata in scena al Teatro alla Scala di Milano nel 1988 con la direzione musicale di Gianandrea Gavazzeni. La regia è affidata a Pierluigi Pizzi. “I due Foscari è un’opera che ricorre frequentemente nel mio lungo rapporto con Verdi” – ha dichiarato il regista. “Il primo incontro è a Roma al Teatro dell’Opera nel 1968, come scenografo, insieme a Giorgio De Lullo regista e Bruno Bartoletti direttore. Nel 1979, come regista, al Teatro alla Scala, con Chailly direttore e nel cast Cappuccilli e Katia Ricciarelli. La ripresa in Scala del 1988 trasmessa ora da Rai5 vede sul podio Gianandrea Gavazzeni, protagonista Renato Bruson. Ho immaginato una nuova versione per l’Opera di Nizza nel ‘94, e un’altra ancora diversa a Roma, diretta da Bartoletti, per i 40 anni di carriera di Bruson”.
Mercoledì 22 aprile alle 17.30 è protagonista l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, con un concerto del febbraio 2019 che vede protagonista Fabio Biondi nella doppia veste di direttore e violinista. Accanto a lui la prima viola dell’Orchestra di Santa Cecilia Raffaele Mellozzi. I due musicisti interpretano la Sinfonia Concertante KV 364 di Mozart, in cui il dialogo tra i due solisti, e tra i solisti e l’orchestra, assume le caratteristiche di una “amichevole rivalità”. Il brano fu scritto per l’orchestra di Mannheim, all’epoca considerata la migliore del mondo, formata da virtuosi molti dei quali amici di Mozart. A seguire altri due capolavori mozartiani: due Sinfonie intitolate alle città di Linz e Parigi.
Giovedì è il giorno della danza, e il 23 aprile alle 18.30 va in onda il Ballo Excelsior di Luigi Manzotti su musica di Romualdo Marenco. La versione è quella andata in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano per la stagione della Scala nel 2002. Le coreografie sono di Ugo Dell’Ara mentre la regia è di Filippo Crivelli. L’Orchestra del Teatro alla Scala è diretta da David Coleman. Protagoniste sul palco le étoiles Roberto Bolle, Marta Romagna e Riccardo Massimi.
Chiude la settimana, venerdì 24 aprile alle 18.15 il capolavoro di Hector Berlioz La damnation de Faust, che ha inaugurato la stagione 2017-2018 dell’Opera di Roma. Lo spettacolo – che si è aggiudicato il Premio “Abbiati” della critica musicale italiana – è diretto da Daniele Gatti, con la regia di Damiano Michieletto. “La dannazione – dice il regista veneto – è la perdita di umanità creata dall’isolamento, dalla mancanza di relazioni umane. Faust è un uomo fragile, che cerca e lotta per trovare la sua identità, un po’ come succede ad Amleto. Mefistofele rappresenta la corruzione, la tentazione, e crea un percorso di cinismo distruttivo. Si comporta come se stesse facendo un esperimento in laboratorio: Faust è una cavia nelle sue mani. Come in una sorta di Truman Show Mefistofele pilota tutto. Vuole dominare Faust, che sente suo, come un giocattolo. Il contraltare di Mefistofele è Margherita, che rappresenta la comprensione umana, il sentimento, l’ascolto, la possibilità per Faust di vivere qualcosa di reale. Per questo Mefistofele cercherà di allontanarli”. Protagonisti sul palco sono Pavel Černoch nel ruolo di Faust, Alex Esposito in quello di Méphistophélès, Veronica Simeoni come Marguerite e Goran Jurić come Brander.
Foto di Simon Fowler