Data: 01/10/2021
Ora: 20:00
Città: Firenze
Luogo: Teatro del Maggio
Direttore: Manfred Honeck
Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Musica: Pärt, Ligeti, Čajkovskij
Solista: Henrik Wiese, flauto - Tobias Vogelmann, oboe
Manfred Honeck torna alla guida dell’Orchestra del Maggio venerdì 1 ottobre 2021 con un programma che va da Arvo Pärt a Čajkovskij. Apre la serata il Cantus in Memoriam Benjamin Britten di Arvo Pärt, scritto nel 1977, anno successivo alla scomparsa di Britten. A seguire il Doppio Concerto per flauto, oboe e orchestra di György Ligeti, scritto dal compositore ungherese nel 1972. Le parti soliste sono affidate a due musicisti di grande rilievo: Henrik Wiese al flauto e Tobias Vogelmann all’oboe. In chiusura la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composta nel 1888.
Il compositore estone Arvo Pärt approda negli anni Settanta a una scrittura minimalista improntata alla spiritualità. La riscoperta della monodia antica lo aiuta a mettere a fuoco un linguaggio evocativo basato su pochi elementi armonico-melodici e sul silenzio, elemento fondamentale nelle sue opere. Compone Cantus in memoriam Benjamin Britten nel 1977 come omaggio al musicista inglese scomparso l’anno precedente. Si tratta di una trenodia per orchestra d’archi e campana tubolare costruita sul principio elementare del ‘tintinnabulum’. Questo, diventato il marchio di fabbrica di tanta musica di Pärt, trae origine dalle note della triade prodotte dalle risonanze della campana.
Protagonista dell’avanguardia del secondo dopoguerra, l’ungherese György Sándor Ligeti si è distinto per lo studio e la ricerca sulla materia sonora. Il Doppelkonzert per flauto, oboe e orchestra fu commissionato a Ligeti nel 1971 dal Festival di Berlino ed eseguito la prima volta il 16 settembre dell’anno successivo diretto da Christoph von Dohnányi.
A dieci anni di distanza dalla Quarta Sinfonia, nel 1888 Čajkovskij torna a confrontarsi nuovamente con il tema del destino, motivo ispiratore anche della Quinta. L’esecuzione, diretta dallo stesso autore nel novembre del 1888 a San Pietroburgo, è accolta con favore dal pubblico ma meno dalla critica. A differenza della Quarta, la Quinta manca di un programma vero e proprio, sebbene vi siano a margine della partitura brevi pensieri che alludono al tema della lotta dell’uomo contro il destino avverso. Secondo il modello codificato da Berlioz, la Quinta è costruita sul principio ciclico dell’idea tematica ricorrente che collega i quattro movimenti.
Foto di Michele Monasta