Città: Firenze
Luogo: Teatro Verdi
Giunta alla sua 43esima Stagione, l’Orchestra della Toscana riparte da ventisei: l’età del nuovo direttore principale Diego Ceretta. A lui è affidato il compito di rimodellare il profilo dell’Orchestra. La generazione di musicisti che è maturata tra i suoi leggii va man mano in pensione, e forze nuove entrano. Un’orchestra che ringiovanisce, dunque, e cerca uno scatto diverso. Ma che non scorda la storia da cui proviene, a cominciare dai primi anni di attività sotto la direzione artistica di Luciano Berio. E che ha ben presente la missione regionale di divulgazione e promozione della grande musica – dal barocco al contemporaneo – che da sempre la caratterizza. A prezzi accessibili, in una dimensione di confidenza quasi familiare tra musicisti e pubblico. Così i quattordici appuntamenti in stagione rivelano una ancor più marcata presenza sul territorio. E i prezzi favoriscono gli abbonamenti e tutti gli studenti senza distinzioni.
Garante di questa continuità fra tradizione e nuovi orizzonti è il direttore artistico Daniele Spini, insediatosi ufficialmente da pochi mesi, dopo un anno da coordinatore della programmazione. La sua vasta esperienza nel mondo della musica va dalla critica giornalistica alla divulgazione, dall’insegnamento fino alla responsabilità, nell’ultimo quarto di secolo, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, del Teatro di Udine, e dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Dopo una Stagione che ha superato i dati totali pre-Covid con oltre 14.000 spettatori, la nuova Stagione presenta 53 concerti, di cui 14 a Firenze, 30 in Toscana e 9 in Italia.
In programma pietre angolari della storia della musica: pilastri del repertorio come il Concerto per pianoforte K.466 e la Sinfonia Jupiter di Mozart, il Concerto per violino, l’Imperatore e tre sinfonie di Beethoven (Seconda, Eroica e Ottava), il Concerto per violino di Mendelssohn, il Concerto in si minore per violoncello e due sinfonie di Dvořák (l’Ottava e la Nona, Dal Nuovo Mondo), il Concerto op.23 per pianoforte, le Variazioni su un tema rococò e la Sinfonia Patetica di Čajkovskij, la Quarta sinfonia e i Lieder di Mahler.
I nuovi orizzonti si scorgono nella scelta di interpreti dall0 sguardo fresco, in virtù dell’età, e con carriere già molto ben avviate. C’è il violoncellista Ettore Pagano, 20 anni, che nel 2019 ha ottenuto il primo premio al Concorso per giovani musicisti indetto dalla Filarmonica della Scala. C’è Erica Piccotti, 24 anni, pure lei violoncellista, insignita dell’onorificenza di “Alfiere della Repubblica” da Giorgio Napolitano. C’è Emmanuel Tjeknavorian, austriaco di origini persiano-armene che, a nemmeno trent’anni, è già alla sua seconda vita musicale: dopo aver ottenuto tutto quel che poteva imbracciando il suo Stradivari, adesso si è buttato anima e corpo nella direzione d’orchestra. E c’è la sua coetanea Valerie Eickhoff, mezzosoprano affermatosi nel 2021 nel prestigioso Concorso ARD di Monaco di Baviera. E c’è il violinista belga Marc Bouchkov, 32 anni, origini russo-ucraine, che già nel 2018 la rivista inglese “Gramophon” inseriva tra i musicisti che vanno tenuti sott’occhio; e in effetti da allora ha suonato con le maggiori orchestre europee.
Ma soprattutto c’è Diego Ceretta. Con lui, per i prossimi anni, l’ORT punta ancora su un talento italiano dopo le tante stagioni di fruttuosa collaborazione con Daniele Rustioni (che continua a essere vicino all’orchestra nel ruolo di direttore emerito). Che la scelta del Maestro milanese sia la migliore, lo dimostra la qualità dei diversi concerti già tenuti con l’ORT, come pure il Macbeth verdiano allestito nei teatri marchigiani e il clamoroso debutto sul podio del Maggio Musicale Fiorentino.
Nella stagione 2023/24, Ceretta avrà tre concerti con l’ORT. Un tutto Beethoven, in cui il Concerto n.5, Imperatore (pianista Alessandro Taverna), apre l’integrale dei concerti beethoveniani per pianoforte programmata su più anni. Nel secondo, natalizio, collabora con Erica Piccotti per le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij che fanno tremare le vene e i polsi a ogni violoncellista. Il terzo è incentrato su Mozart: la pianista-compositrice Lera Auerbach (siberiana di nascita, da tempo residente a New York) suona il K.466, il più drammatico tra i concerti mozartiani, inoltre ne rielabora a suo modo le pagine infantili per tastiera nel pezzo Eterniday, un Settecento riletto con spirito romantico alla luce del ventunesimo secolo. Questo concerto sarà dedicato ad uno dei fondatori dell’ORT e primo direttore artistico, Massimo de Bernart, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa.
Oltre che su Ceretta, la nuova stagione dell’ORT investe su due direttori giovani, Erina Yashima e Andrea Battistoni, che nella stagioni scorse hanno già dato prova di lavorare bene con l’orchestra. Per irrobustire questo rapporto, entrambi dirigeranno due concerti.
Il primo del veronese Andrea Battistoni, direttore principale della Tokyo Philharmonic, è un programma russo imperniato sul Concerto op.23 di Čajkovskij: pianista Dmitry Masleev, vincitore del Concorso “Čajkovskij” di Mosca nel 2015). Nel secondo ancora Čajkovskij, la Suite n.1, ma stavolta al centro sta la trascrizione orchestrale delle Scene infantili di Robert Schumann, commissionata dalla Fondazione ORT allo stesso Battistoni, attivo anche come compositore.
Erina Yashima, pupilla di Riccardo Muti, oggi alla testa della Komische Oper di Berlino, nei suoi due programmi si cimenta con tre pilastri del repertorio tardo romantico slavo, la Patetica di Čajkovskij, la Sinfonia Dal Nuovo Mondo e il Concerto per violoncello di Dvořák (solista Ettore Pagano). Inoltre incontra il corno di Martin Owen, prima parte della BBC Symphony Orchestra, per il Concerto n.2 di Richard Strauss.
Negli altri appuntamenti di stagione, l’ORT ritrova tanti amici di lunga data. Intanto, per il concerto inaugurale, riannoda la collaborazione con l’Orchestra Giovanile Italiana. Sommandosi ai ragazzi dell’OGI, che hanno base alla Scuola di Musica di Fiesole, l’Orchestra della Toscana raggiunge dimensioni che le consentono di affrontare grandi organici come quelli dei Kindertotenlieder (cantati dal mezzosoprano Sophie Harmsen) e della Quarta sinfonia di Gustav Mahler. Sul podio Markus Stenz.
Poi non poteva mancare il direttore onorario dell’orchestra, la star statunitense James Conlon, attualmente alla testa dell’Opera di Los Angeles e della Baltimora Symphony, con un programma viennese a base di Mozart, Beethoven e Schubert.
Torna anche Kolja Blacher nella veste di solista-direttore. E per carnevale riecco Igudesman & Joo, duo violino e pianoforte con spettacoli di gag e tic musicali: stavolta giocano sulla musica di Rachmaninoff.
Per Pasqua suonano insieme il Doppio Concerto di Brahms il violoncellista Mario Brunello e la violinista Francesca Dego (direttore l’olandese Otto Tausk, bacchetta principale della Vancouver Symphony).
Inoltre torna a farsi sentire Umberto Clerici in qualità di direttore d’orchestra.
Confermata, dopo il felice esperimento dello scorso anno, la formula dell’abbonamento “Fai da te aperto”, ovvero la possibilità di comprare un certo numero di concerti (da 3 a 6) e di scegliere con calma e anche all’ultimo momento cosa ascoltare.
La Campagna abbonamenti inizia lunedì 26 giugno per rinnovo o acquisto di nuovi abbonamenti. È possibile acquistare il proprio abbonamento recandosi al Teatro Verdi.
Novità importante è il prezzo unico per tutti gli studenti di ogni ordine e grado fino ai 25 anni (licei, scuole musica, universitari) che pagheranno soltanto 5,00 euro.