I suoi primi venticinque anni di attività la Camerata Strumentale Città di Prato li celebra con una stagione che guarda al futuro. “Per questo – sottolinea il direttore artistico Alberto Batisti – la nuova stagione accoglie tanta musica del nostro tempo, selezionata per ciò che ci è più affine per identità e ideali. Ai maestri del Novecento storico come Casella, Malipiero, Prokof’ev, Šostakovič accostiamo Benjamin Britten. Lo celebriamo nel concerto del 2 marzo, per la festa di compleanno della Camerata, con la Young Person’s Guide to the Orchestra, affidata a Jonathan Webb. A questi autori si aggiungono maestri contemporanei come Alfred Schnittke, Arvo Pärt e Pētēris Vasks”.

Il futuro è anche rappresentato dall’investimento su un artista come Hugo Ticciati (nella foto). Il giovane direttore e violinista britannico sarà protagonista del concerto inaugurale e di un altro dei nove appuntamenti che scandiscono la stagione 2022/23. Accanto a lui altri giovani direttori, col ritorno di Claudio Novati e il debutto di un pratese, Simone Ori, che nella Camerata è cresciuto.

Il dono per le nozze d’argento della Camerata

“Dopo venticinque anni non è più possibile pensare Prato senza la sua orchestra”, ha dichiarato Simone Mangani, assessore alla cultura del Comune di Prato. “Ne abbiamo appena avuto conferma con il pienone registrato dal concerto in piazza del Duomo per Settembre Prato è Spettacolo”.

“Venticinque anni corrispondono alle nozze d’argento”, ha fatto notare Diana Toccafondi la nuova presidente della Fondazione Cassa di Risparmiodi Prato. “E le nozze d’argento sono un momento in cui si rinnova la promessa, in questo caso tra la Camerata e la sua città”.

Una promessa che sarà suggellata, a fine maggio 2023, con un “dono”, parola scelta come titolo dell’intera stagione. “Come racconta il premio Nobel per la pace Elie Wiesel – ha spiegato Batisti – l’episodio biblico del sogno di Giacobbe e della scala su cui salgono e scendono gli angeli ha nella tradizione popolare ebraica un’appendice di bellezza singolare. Gli angeli si dimenticano di tirar su la scala e la lasciano in dono all’umanità. Quella scala è la musica. Venticinque anni fa, la comunità pratese si è donata una scala, un’orchestra con cui costruire un percorso che offrisse a tutti la possibilità di guardare in alto”.

Prendendo spunto da questa immagine, la stagione che festeggia il quarto di secolo della Camerata strumentale culminerà in un nuovo dono alla città. Si tratta di una nuova partitura, The Song of the Ladder (Il Canto della Scala), commissionata a John Barber. Il compositore britannico e la drammaturga Hazel Gould sono stati chiamati a restituire la storia di Giacobbe, degli angeli e del dono della musica in una tenera allegoria.

Ma “non ci può essere futuro senza la memoria di chi ha lasciato un segno decisivo nella nostra vicenda umana e artistica”, prosegue Batisti. “Così, a distanza di ventuno anni, riproponiamo il Peer Gynt di Grieg con la direzione di Filippo Maria Bressan. È l’omaggio dell’Orchestra all’indimenticabile Piero Bellugi, che lo diresse nel 2001, e alla sua generosità di artista che ha accompagnato il cammino dei nostri musicisti fin dalla costituzione della Camerata”.

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