Nel primo Seicento Roma è ricca di giardini che contengono collezioni di piante rare ed esotiche. Uno di questi giardini, simbolo di potere sociale ed economico, è quello del Cardinale Francesco Barberini. Fra il 1625 e il 1644 Barberini ha al suo servizio il musicista tedesco Giovanni Girolamo Kapsberger, che nel 1632 pubblica Li Fiori, Sesto libro di villanelle. I testi sono di Francesco Buti, librettista di Luigi Rossi, Francesco Cavalli e Jean-Baptiste Lully. Il Giardino Barberini è gestito dal botanico Giovanni Battista Ferrari, che dedicherà al Cardinale nel 1633 il suo trattato botanico De florum cultura. Questo manuale contiene anche riferimenti allegorici e mitologici. Certamente non è casuale che un musicista al servizio del Cardinale abbia dedicato una raccolta di composizioni ai fiori del Giardino Barberini.