Nel centenario della morte di Ferruccio Busoni, quattro incontri per approfondire il teatro musicale del compositore empolese, ancora oggi poco conosciuto e in attesa del dovuto riconoscimento. Parte centrale della sua estetica e del suo impegno creativo, Busoni manifestò sempre un grande amore per l’opera e per i due autori, a suo giudizio, massimi rappresentanti di questo genere musicale: Mozart (per lui “genio a metà latino”) e Verdi. Seppure basate su libretti tedeschi, scritti dal compositore stesso, queste opere rappresentano anche il massimo tentativo di Busoni nel ricongiungersi alle sue origini italiane e nella sempre difficile ricerca della propria identità artistica.
17/12/2024
Ancora concepita come unione di canto e parlato – con l’aggiunta di Sprechgesang, forma intermedia di recitazione ritmica e appena intonata – Arlecchino, “capriccio teatrale in un atto” approfondisce, in chiave decisamente novecentesca, la sperimentazione teatrale di Busoni, pur guardando con nostalgia al mondo delle maschere italiane, della Commedia dell’arte, del teatro musicale settecentesco. Dietro apparente disimpegno e leggerezza, quest’opera nata negli anni delle Grande Guerra, contiene anche squarci dolenti e oscuri, riflessioni profonde, seppure solo accennate, sulla natura umana.
10/12/2024
Terza opera in ordine cronologico – ma che nell’accoppiamento teatrale scelto da Busoni precede Arlecchino, in realtà composto prima – Turandot, “fiaba cinese” tratta da Gozzi, offre al compositore l’occasione per sperimentare il genere del Singspiel, genere operistico tedesco con dialoghi parlati, e soprattuto evocare Il Flauto magico di Mozart, cioè l’opera più amata dal compositore e, per lui, modello assoluto di teatro musicale. La concomitanza del soggetto con l’omonima opera di Puccini aggiunge ulteriori motivi di riflessione sulla particolare natura della drammaturgia busoniana.
03/12/2024
Importante esordio operistico, dopo altri progetti non realizzati, Die Brautwahl, “commedia musicalefantastica”, esprime un’autentica prova di forza da parte di un compositore ormai nel pieno della maturità artistica e consapevole delle proprie capacità creative. Il fantasmagorico soggetto, da ETA Hoffmann, gli offre numerosi spunti per liberare una ricca invenzione musicale, che sfrutta anche quella dimensione del magico verso la quale, fin da bambino, Busoni aveva provato irresistibile fascinazione.