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Il pianista russo Vladimir Sofronitzky esegue tre Sonate di Alexander Scriabin. Nato nel 1901 e morto nel 1961, Sofronitzky non amava incidere in studio. Il pubblico aveva una grande influenza sulle sue scelte interpretative. Per essere a stretto contatto con gli ascoltatori suonava sempre in sale piccole. Per fortuna molti suoi concerti sono stati registrati dal vivo.
In apertura ascoltiamo la Sonata n. 2 in sol diesis minore, op. 19 composta tra il 1895 e il 1897 in due tempi così descrittia dallo stesso Scriabin: “La prima sezione rappresenta la calma della notte su una spiaggia del sud; lo sviluppo è la buia agitazione del mare profondissimo. Il mi maggiore della sezione centrale evoca il chiaro di luna che appare, simile a una carezza, dopo il primo buio della notte. Il secondo tempo rappresenta l’ampia distesa dell’oceano agitato dopo una tempesta”.
È invece articolata in quattro sezioni la Sonata n. 3 in fa diesis minore, op. 23: Drammatico – Allegretto – Andante – Presto con fuoco. Composta tra il 1897 e il 1898, è dedicata ai tormenti dell’anima tra lotte, vittorie e sconfitte.
Strutturata in un unico movimento, la Sonata per pianoforte n. 9, op. 68 “messa nera»” vede la luce tra il 1912 e il 1913. Da uno stesso nucleo si generano frammenti melodici che si alternano e si ripetono in un disegno unitario.