12/02 - 13.55
Arnold Schoenberg scrisse la Serenata per clarinetto, clarinetto basso, mandolino, chitarra, violino, viola, violoncello e voce di baritono op. 24 tra il 1920 e il 1923. Nel brano centrale della Serenata la voce di basso intona il Sonetto n. 217 di Petrarca nella traduzione di Stefan George. Il Finale riprende la marcia del primo movimento, quasi a riecheggiare una struttura tradizionale proprio nel momento dell’abbandono della tonalità.
La ascoltiamo nell’esecuzione di Guy Deplus al clarinetto, Louis Montaigne al clarinetto basso, Paul Grund al mandolino, Paul Stingl alla chitarra, Luben Yordanoff al violino, Serge Collot alla viola, Jean Huchot al violoncello e Louis-Jacques Rondeleux baritono.
Sonetto n. 217 di Petrarca
Già desiai con sí giusta querela
e ‘n sí fervide rime farmi udire,
ch’un foco di pietà fessi sentire
al duro cor ch’a mezza state gela;
et l’empia nube, che ‘l rafredda et vela,
rompesse a l’aura del mi’ ardente dire;
o fessi quell’altrui in odio venire,
che ‘ belli, onde mi strugge, occhi mi cela.
Or non odio per lei, per me pietate
cerco: ché quel non vo’, questo non posso
(tal fu mia stella, et tal mia cruda sorte);
ma canto la divina sua beltate,
ché, quand’i’ sia di questa carne scosso,
sappia ‘l mondo che dolce è la mia morte.