14/03 - 19.25
Seiji Ozawa dirige due pagine di Maki Ishii e Tōru Takemitsu con la Japan Philharmonic Orchestra in una registrazione del 1971.
Formatosi in patria e a Berlino, Maki Ishii (1936-2003) aveva imparato anche a suonare strumenti tradizionali giapponesi. Dall’interesse per la musica praticata nelle corti tra il IX e il XII secolo – chiamata gagaku – nasce Sō-Gū, per gagaku e orchestra. Si tratta, come ha dichiarato l’autore, di un “incontro inaspettato tra due opere, Musica per Gagaku e Sō (Coppia) per Orchestra, che possono essere eseguite indipendentemente”. L’intento è di “creare un ambiente in cui gli strumenti dell’est e dell’ovest – Gagaku, l’orchestra più antica del mondo, e un’orchestra rappresentativa della musica europea – possano trovare momenti di relazione musicale. Il direttore decide quando l’ensemble Gagaku e l’orchestra occidentale si incontrano per la prima volta. Ma, poiché le due opere procedono su livelli temporali diversi, i due mondi sonori si incontrano sempre in luoghi imprevisti”. Accanto alla Japan Philharmonic Orchestra troviamo il Gagaku Ensemble.
Cassiopea è una pagina per percussioni e orchestra scritta da Tōru Takemitsu in omaggio al percussionista Stomu Yamashta. Ed è proprio nella sua esecuzione, con la Japan Philharmonic Orchestra, che l’ascoltiamo. In Cassiopea il solista suona ben 44 strumenti che vanno dalle nacchere al tamburello, dal tamburo d’acciaio di Trinidad al karimba africano. Prendendo spunto dalla forma della costellazione, Takemitsu circonda il solista con quattro gruppi strumentali, ciascuno contenente cinque o sei musicisti più un percussionista. All’interno di questa W ci sono due sezioni di corde da 25 pezzi. E dietro a tutti c’è un coro di ottoni.