Seiji Ozawa dirige brani di due autori giapponesi: Requiem e Ceremonial di Toru Takemitsu e Sō-Gū di Maki Ishii.

Perlopiù autodidatta, Toru Takemitsu (1930-1996) è stato uno dei compositori più prolifici della seconda metà del Novecento. Scritto nel 1957, il Requiem per orchestra d’archi, dedicato alla memoria del compositore Fumio Hoyasaka, è stato il primo lavoro a introdurre in Occidente Takemitsu. L’attenzione fu provocata dall’entusiasmo di Stravinskij, che aveva ascoltato il Requiem durante una tournée in Giappone nel 1959. È invece del 1992 Ceremonial, An Autumn Ode, per orchestra con shō. Quest’ultimo è uno strumento a fiato ad ancia libera composto da diciassette canne di bambù di lunghezza diversa. Entrambi i brani sono eseguiti dalla Saito Kinen Orchestra

Formatosi in patria e a Berlino, Maki Ishii (1936-2003) aveva imparato anche a suonare strumenti tradizionali giapponesi. Dall’interesse per la musica praticata nelle corti tra il IX e il XII secolo – chiamata gagaku – nasce nel 1971 Sō-Gū, per gagaku e orchestra. Si tratta, come ha dichiarato l’autore, di un “incontro inaspettato tra due opere, Musica per Gagaku e Sō (Coppia) per Orchestra, che possono essere eseguite indipendentemente”. L’intento è di “creare un ambiente in cui gli strumenti dell’est e dell’ovest – Gagaku, l’orchestra più antica del mondo, e un’orchestra rappresentativa della musica europea – possano trovare momenti di relazione musicale. Il direttore decide quando l’ensemble Gagaku e l’orchestra occidentale si incontrano per la prima volta. Ma, poiché le due opere procedono su livelli temporali diversi, i due mondi sonori si incontrano sempre in luoghi imprevisti”. Eseguono il Gagaku Ensemble e la Japan Philharmonic Orchestra.