15/10 - 15.40
Dedichiamo un ritratto a Francesco Cilea, compositore in cui l’esperienza del verismo musicale italiano si fonde con la tradizione operistica francese.
In apertura troviamo l’aria È la solita storia del pastore da L’Arlesiana, terza opera di Cilea, andata in scena nel 1897 al Teatro Lirico di Milano su libretto di Leopoldo Marenco dal dramma di Alphonse Daudet. Nel cast spiccava il nome del giovanissimo Enrico Caruso. La voce che ascoltiamo è invece quella del tenore Jonas Kaufmann con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano.
A seguire ben cinque brani da Adriana Lecouvreur, opera in quattro atti su libretto di Arturo Colautti da una pièce di Eugène Scribe. Dal lavoro oggi più noto di Cilea vi proponiamo per prima: Io son l’umile ancella cantata dal soprano Renée Fleming con la London Philharmonic Orchestra diretta da Charles Mackerras. Si prosegue con L’anima ho stanca in cui ritroviamo Jonas Kaufmann. Dopo l’Intermezzo al secondo atto nell’esecuzione dei Berliner Philharmoniker diretti da Herbert von Karajan, ancora Kaufmann canta La dolcissima effigie. La selezione da Adriana Lecouvreur si conclude con Poveri fiori nell’interpretazione di Renée Fleming con l’Orchestra del Teatro Marinskij diretta da Valery Gergiev.
In chiusura la Sonata in re maggiore op. 38 per violoncello e pianoforte nell’esecuzione del Duo Pepicelli.