17/06 - 16.51
Oggi pomeriggio dedichiamo un ritratto ad Alexander Skrjabin, compositore russo passato dal linguaggio tardoromantico alla sperimentazione novecentesca.
Partiamo da due pagine per pianoforte solo, entrambe eseguite da Sviatoslav Richter.
La prima è il Poème-Nocturne, scritto tra il 1911 e il 1912, quando la ricerca armonica del musicista si stava spingendo al di là dell’orizzonte tonale. Il contributo di Skrjabin all’abolizione della distinzione tra maggiore e minore, prefigurava i criteri politonali e atonali che si sarebbero sviluppati negli anni successivi.
La seconda è la Sonata n. 5 in fa diesis minore op. 53. Scritta nel 1908, è considerata quella che definisce più compiutamente il mondo di Skrjabin, in bilico tra estasi e furori. Non a caso l’autore vi appose questa epigrafe: “Je vous appelle à la vie, o forces mysterieuses! Noyées dans les obscures profondeurs de l’esprit créateur, craintives ebauches de vie, à vous j’apporte l’audace”.
Non possiamo dunque che concludere il nostro ritratto con Il poema dell’estasi op. 54, che ascoltiamo nell’esecuzione dell’Orchestra Filarmonica Ceka diretta da Libor Pesek. Scritto tra il 1905 e il 1907, traduce il nucleo ispiratore di carattere teosofico in una sorta di forma sonata fuori scala a cui un’orchestra mastodontica offre mille colori.