30/11 - 14.32
Riccardo Muti dirige la Philadelphia Orchestra in due pagine di Johannes Brahms.
In apertura ascoltiamo la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 in quattro movimenti: Allegro con brio – Andante – Poco allegretto – Allegro. La penultima sinfonia del compositore tedesco arriva nel 1883, dopo sei anni dalla seconda. Come ha scritto Walter Niemann, “malgrado la drammaticità e l’ardore veramente eroico e virile, la sua parola ultima e definitiva è di saggezza e di serena rassegnazione. E questa è espressa con tale sincerità, e la forma musicale di cui si riveste raggiunge effetti di così alta commozione, da indurci ad affermare che essa è la composizione più tipica, più personale e più importante di Brahms”.
A seguire la Rapsodia per contralto, coro virile e orchestra op. 53 cantata da Jessye Norman con la Choral Arts Society of Philadelphia. Scritta nel 1869, è uno dei vertici della produzione sinfonico-corale di Brahms. Il testo è tratto dal poema Harzreise im Winter di Goethe. Articolata in recitativo, aria e finale, la Rapsodia è nella produzione brahmsiana la partitura più vicina a una scena d’opera.