27/07 - 14.04
Ascoltiamo due quartetti con pianoforte, il primo di Wolfgang Amadeus Mozart e il secondo di Johannes Brahms.
Mozart scrive il Quartetto per pianoforte e archi in mi bemolle maggiore K. 493 nel 1786. La dimensione cameristica del quartetto d’archi e il virtuosismo del concerto per pianoforte vi si fondono in maniera inedita. Violino, viola e violoncello non sono più trattati come accompagnatori del pianoforte. Tutti gli strumenti dialogano alla pari in un flusso fluido e vario. L’esecuzione è quella del Quartetto Alban Berg con Alfred Brendel al pianoforte. Quasi cent’anni dopo, tra il 1855 e il 1875, Johannes Brahms compone il Quartetto n. 3 in do minore op. 60 per pianoforte, violino, viola e violoncello. La sua lunga gestazione nasce da un drammatico coinvolgimento autobiografico. I primi risalgono agli anni della follia e della morte di Schumann. Lo stesso Brahms scrisse a proposito del quartetto: “Immagina un uomo cui non resta che spararsi”. Non stupisce, visto l’amore inconfessato per Clara Wieck, che l’abbia definito “l’ultimo capitolo dell’uomo in marsina azzurra e panciotto giallo”, evocando la figura tragica di Werther.
Quartetto Felix. Cd Amadeus