27/01 - 11.41
Nel Giorno della Memoria vi proponiamo quattro pagine, una di Ernest Bloch e tre di Arnold Schönberg, per non dimenticare.
In apertura troviamo Schelomo, Rapsodia ebraica per violoncello e orchestra di Ernest Bloch con André Navarra al violoncello e l’Orchestra Filarmonica Cèka diretta da Karel Ancerl. Scritta nel 1915, la composizione era stata pensata inizialmente per canto e orchestra sulle parole dell’Ecclesiaste: “Vanità, vanità, tutto è vanità”. Il libro è attribuito a Salomone, Schelomo in ebraico, da cui il titolo del pezzo di Bloch. Solo dopo aver ascoltato il violoncellista Alexandre Barjansky, a cui è dedicata, il compositore decise di strutturare la partitura come un dialogo tra il violoncello (la voce di Salomone) e l’orchestra (il popolo ebraico).
A seguire tre brani di Arnold Schönberg, a cominciare da Un sopravvissuto di Varsavia op. 46, che ascoltiamo nell’esecuzione dell’European Community Youth Orchestra diretta da Claudio Abbado. La voce recitante è di Maximilian Schell. È poi la volta di due brani per coro a cappella – Friede auf Erden op. 13 e Salmo 130 op. 50b – eseguiti dal Coro della Radio di Stoccarda diretto da Rupert Hubner.