08/11 - 15.40
Otto Klemperer dirige la Philharmonia Orchestra in due capolavori sinfonici di Piotr Ilijč Čajkovskij: la Sinfonia n. 6 e la Sinfonia n. 5.
Scritta tra febbraio e marzo 1893, l’ultima sinfonia di Čajkovskij è dedicata al nipote Vladimir L’vovic Davydov. Nove giorni dopo la prima esecuzione (avvenuta il 16 ottobre 1893), il compositore morì di colera. Così la Patetica è diventata un’impietosa confessione autobiografica prima del tragico commiato. La struttura – Adagio, allegro non troppo – Allegro con grazia – Allegro molto vivace – Finale: adagio lamentoso, andante – sconvolge la retorica della sinfonia ottocentesca spostando nella parte finale il movimento lento, tradizionalmente collocato al centro. I passaggi dal fortissimo al pianissimo e i cambiamenti di tempo rivelano una nevrosi patologica che si nutre anche di citazioni dalla liturgia ortodossa dei defunti.
In tarda mattinata vi proponiamo la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 scritta da Piotr Ilijč Čajkovskij nel 1888, dopo un periodo di depressione. Salutata da un certo successo di pubblico ma non di critica, la Quinta riprende dalla QuartaSinfonia il principio ciclico di un’idea ricorrente sviluppato ulteriormente: uno stesso tema, collegato al destino, torna fin dall’introduzione in tutti e quattro i movimenti: Andante allegro con anima – Andante cantabile, con alcuna licenza – Valse: allegro moderato – Finale: andante maestoso, allegro vivace.