Omaggio a Peter Maag

16/06 - 20.30

Il nostro omaggio a Peter Maag, direttore d’orchestra nato a St Gallen in Svizzera nel 1919 e morto a Verona nel 2001, comprende tre ascolti dominati dalla musica di Wolfgang Amadeus Mozart. In apertura ascoltiamo i Quattro interludi da «Thamos», K 345. A seguire la Sinfonia in sol maggiore K 318. In chiusura le Tre danze tedesche: K 600 n. 5 in sol maggiore, K 602 n. 3 in do maggiore, K 605 n. 2 in sol maggiore. La scelta, naturalmente, non è casuale, in quanto il repertorio mozartiano è stato quello in cui Peter Maag si è costruito rapidamente una fama internazionale come interprete tra i più accreditati della sua epoca.

Figlio di un teologo di fama e di una violinista, Peter Maag studiò teologia e filosofia con Karl Barth dedicandosi parallelamente alla formazione musicale. Allievo del pianista e compositore Czeslaw Marek, frequentò corsi di perfezionamento tenuti da Alfred Cortot, ma presto rivelò interesse per la direzione d’orchestra. A diciannove anni fu assistente di Arturo Toscanini al Festival di Luzern per la preparazione della Messa di Requiem di Verdi. Ma sarebbe stato Wilhelm Furtwängler a consigliargli la scelta del podio.

Il successo arrivò nel 1959 con Die Zauberflöte al Covent Garden, poi a Glyndebourne con Le Nozze di Figaro e nel 1962 al Lyric Opera di Chicago con Così fan tutte. Poi per due anni abbandonò l’attività artistica per gli studi filosofici e religiosi. I due anni di assenza dalle scene furono segnati dall’esperienza spirituale tra i monaci ortodossi del Monte Athos e poi da quella vissuta in India, in un monastero buddhista. L’attività artistica riprese nel 1964 in qualità di direttore stabile alla Volksoper di Vienna. Da allora in poi, Maag lavorò con tutti i maggiori teatri d´opera del mondo. Nel 1972 fu direttore artistico del Teatro Regio di Parma e nel 1974 del Teatro Regio di Torino. La sua attività in Italia fu molto intensa, in particolare con il Teatro La Fenice di Venezia. Dal 1983 divenne direttore stabile dell’Orchestra da Camera di Padova, con la quale collaborò fino alla morte.

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