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La grande pianista argentina Martha Argerich suona due pagine per pianoforte solo di Franz Liszt: la Rapsodia ungherese n. 6 e la Sonata in si minore.
“La Rapsodia ungherese n. 6 – scrive Piero Rattalino – è strutturata in quattro episodi tematicamente indipendenti che si susseguono senza soluzione di continuità e che appaiono formalmente ispirati all’archetipo della Sonata (primo movimento, Scherzo, Adagio, Finale). Qualunque pianista di buone qualità può affrontare tranquillamente i primi tre episodi. Solo chi è dotato di polsi d’acciaio può invece attraversare indenne il quarto episodio, tutto basato sulle ottave”.
La Sonata in si minore, dedicata a Robert Schumann, si sviluppa in un unico movimento a partire da un tempo lento dal carattere riflessivo che torna nella parte centrale e in quella finale. Irruzioni vitalistiche e aperture liriche si alternano tra continui contrasti ritmici che non conoscono un approdo definitivo. Così Liszt anticipa Skrjabin e Prokof’ev influenzando anche Wagner.