Mariss Jansons dirige l’Orchestra Filarmonica di Oslo in due sinfonie di Piotr Ilijč Čajkovskij: la “Polacca” e la “Manfred”.
Unica tra le sei sinfonie del compositore russo in maggiore, la Sinfonia n. 3 in re maggiore, op. 29 è anche l’unica ad avere in coda un quinto movimento dopo i quattro canonici. Ed è proprio quest’ultimo, indicato come Tempo di Polacca, a dare il nome alla Sinfonia.
Più poema sinfonico che sinfonia vera e propria, la Sinfonia Manfred, op. 58 è ispirata al celebre poema di Byron che aveva colpito anche Schumann. Čajkovskij annota un programma che comprende ogni movimento della sua composizione:

1. Manfred vaga per le Alpi in preda a una grande tristezza. Ricorre alle scienze occulte per vincere il dolore e trovare una ragione alla propria esistenza. Il ricordo della bella Astarte lo perseguita e non gli dà pace.
2. La fata delle Alpi appare a Manfred nella luce dell’arcobaleno che si innalza da una cascata di acqua pura e zampillante dalla roccia.
3. Atmosfera pastorale e di pace silenziosa tra i montanari.
4. Manfred partecipa a un baccanale nel sotterraneo palazzo dello spirito del male, Arimane. Egli invoca l’ombra di Astarte che gli predice la fine delle sue sofferenze terrene. Morte di Manfred.