08/06 - 18.40
Mario Brunello era con l’Orchestra della Toscana il 12 gennaio scorso al Teatro Verdi di Firenze nel doppio ruolo di direttore e solista.
Imbracciando il prezioso violoncello “Maggini” dei primi del Seicento, proponeva l’Arpeggione di Schubert, la sonata concepita per pianoforte e arpeggione, strumento a sei corde ideato nel 1823 dal liutaio Johann Georg Stauffer. Brunello la propone nella riscrittura per violoncello e orchestra firmata dal catalano Gaspar Cassadó.
A seguire Notte trasfigurata, pagina ancora tonale di Arnold Schönberg. Il futuro padre della dodecafonia vi racconta, in note, di un uomo capace di perdonare l’amata che aspetta un figlio da un altro. E lo fa con melodie che si avvitano su loro stesse, con fede assoluta nella dottrina del contrappunto.