Maestri dell’interpretazione: Pierre Boulez

17/06 - 13.51

Pierre Boulez ha contribuito ha rinnovare la scena musicale del secondo Novecento anche con la sua attività di direttore d’orchestra. Oltre che attraverso le sue composizioni e attraverso le ricerche tecnologiche, Boulez ha innovato anche dal podio. Lo ha fatto cercando di restituire con rigore implacabile l’articolazione del pensiero dei grandi innovatori che l’avevano preceduto. Tra questi, troviamo Igor Stravinskij e Béla Bartók.
Del primo Boulez dirige Il canto dell’usignolo con l’Orchestra di Cleveland. Scritto nel 1917, questo poema sinfonico in tre parti elabora materiali provenienti dall’opera Le Rossignol, che Stravinskij compose tra il 1908 e il 1914 sulla celebre novella di Andersen.
Del secondo ascoltiamo invece il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra con Hélène Grimaud al pianoforte e la Chicago Symphony Orchestra. Bartók lo scrisse durante l’estate del 1945, già gravemente malato. La sua ultima partitura presenta un’architettura quasi classica, libera da contrasti.

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