L’arte di Carlos Kleiber

07/07 - 16.24

Nato a Berlino nel 1930, Carlos Kleiber – figlio di Erich, uno dei maggiori direttori del Novecento – è a sua volta entrato nell’empireo dei grandi interpreti negli anni ’70 del secolo scorso. Schivo e appartato, riduceva le sue apparizioni sul podio al minimo e ogni suo concerto era un evento. Il suo temperamento perfezionista e mercuriale ha reso le sue interpretazioni imprescindibili termini di riferimento. Carlos Kleiber si è spento il 13 luglio 2004.

Lo ascoltiamo alla testa dei Wiener Philharmoniker nella Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di Beethoven. Composta tra il 1811 e il 1812 in una stazione termale boema dove il musicista sperava di poter contrastare la sordità che lo stava assalendo, la Settima è dominata da un sentimento gioioso espresso attraverso soluzioni tanto innovative da scandalizzare parte dei contemporanei. Richard Wagner la definì “l’apoteosi della danza. È la danza nella sua massima essenza, l’azione del corpo tradotta in suoni per così dire ideali”. La nostra antologia prosegue con Le allegre comari di Windsor, Ouverture di Otto Nicolai e con il Concerto in sol minore per pianoforte e orchestra op. 33 di Antonín Dvořák. Stavolta Kleiber dirige l’Orchestra di Stato Bavarese. Al pianoforte c’è Sviatoslav Richter.

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