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La Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dimitri Šostakovič è legata a un anniversario della Rivoluzione: il ventesimo. L’autore la sottotitola Risposta pratica di un compositore a una giusta critica. La compone fra il 18 aprile e il 20 luglio 1937 come atto d’ammenda. Acclamata dalla critica sovietica come “la sinfonia del socialismo”, la Quinta è così ricordata da Šostakovič in una testimonianza raccolta da Solomon Volkov: “Ritengo sia chiaro a tutti quel che accade nella Quinta. Il giubilo è forzato, è frutto di costrizione, esattamente come nel Boris Godunov. È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: “Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare”, e tu ti rialzi con le ossa rotte, tremante, e riprendi a marciare bofonchiando: “Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare”. Si può dunque definirla un’apoteosi, quella della Quinta? Bisogna essere completamente sordi per crederlo”.
La ascoltiamo nell’esecuzione dell’Orchestra Filarmonica di Mosca diretta da Kirill Kondrashin.