26/04 - 18.40
La nona puntata del ciclo La musica per pianoforte di Prokof’ev – I gesti da ascoltare, i suoni da vedere, a cura di Claudio Proietti, si concentra sulle opere 45 e 53. Tra il 1928 e il 1931 Prokof’ev e la sua famiglia sono diventati parigini e da Parigi partono tutte le sue lunghe tournées. In quegli anni Prokof’ev si esibisce in vari paesi europei, negli Stati Uniti e – per la prima volta nel 1927 – anche in Unione Sovietica. A Parigi nascono anche i suoi nuovi progetti: la Seconda e la Terza Sinfonia, i balletti Il passo d’acciaio, Il figliol prodigo e Sul Dniepr, l’opera L’angelo di fuoco.
Nel 1928 il compositore torna a scrivere per il pianoforte dopo un’interruzione di ben cinque anni. Lo fa con una coppia di brani singolarissimi, molto affascinanti e altrettanto sconosciuti. Li intitola Cose in sé op. 45 e sono vere – e quasi private – speculazioni sonore sulla dimensione armonica e sull’invenzione polifonica. Li ascolteremo eseguiti da Maria Yudina e Gyorgy Sandor.
Due anni dopo Prokof’ev riceve una commissione da Paul Wittgenstein. Il pianista, avendo perso il braccio destro durante la guerra, aveva già invitato Ravel, Strauss, Korngold e altri a scrivere per lui pagine per la sola mano sinistra. Nasce così il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra op. 53 per la mano sinistra, opera negletta e invece ricca di spunti linguistici e strumentali che preannunciano idee e soluzioni poste in atto da altri autori qualche decennio dopo.