Antonio Pappano dirige l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in tre pagine di Giovanni Battista Pergolesi.
La prima che ascoltiamo è Nel chiuso centro, cantata per soprano, archi e basso continuo eseguita da Anna Netrebko.
A seguire la Sinfonia da Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di San Guglielmo D’Aquitania, “dramma sacro” per musica in tre atti composto nel 1731 su testo di Ignazio Maria Mancini.

In chiusura lo Stabat Mater per soprano, contralto, archi e continuo con Anna Netrebko e Marianna Pizzolato. Si tratta del testamento di Giovanni Battista Pergolesi, morto nel 1736 a soli ventisei anni nel Convento dei Cappuccini di Pozzuoli. Il compositore lo completò in gran fretta su commissione dell’Arciconfraternita dei Cavalieri della Vergine de’ dolori della Confraternita di San Luigi al Palazzo per sostituire lo Stabat Mater composto da Alessandro Scarlatti nel 1724. Dalla pubblicazione nel 1749, la partitura di Pergolesi ha conosciuto grande fortuna: è infatti tra la più ristampate in tutto il Settecento nonostante l’accusa di trattare un testo sacro con stile lirico profano.