25/07 - 12.40
Il Quartetto Borodin interpreta Čajkovskij. La celebre formazione cameristica, nata a Mosca nel 1945 e tuttora attiva, ci propone in apertura il Quartetto n. 2 in fa maggiore op. 22. I tempi sono: Adagio, moderato assai – Scherzo, allegro giusto – Andante ma non tanto – Finale, allegro con moto. Scritto tra dicembre 1873 e gennaio 1874, il secondo dei tre quartetti di Čajkovskij ha un respiro di maggior ampiezza e complessità rispetto al primo. La struttura è scandita da due tempi lunghi (il primo e il terzo) seguiti da due tempi brevi. Opera ambiziosa e diseguale, il secondo quartetto non ha l’immediatezza del primo ma regala momenti di grande intensità, soprattutto nel terzo tempo.
A seguire il Sestetto per archi in re minore op. 70 Souvenir de Florence. I tempi sono: Allegro con spirito – Adagio cantabile e con moto – Allegretto moderato – Allegro vivace. Con il Quartetto Borodin troviamo Yuri Bashmet alla viola e Natalia Gutman al violoncello. Il più occidentale dei musicisti russi dedicò il brano a Firenze, dove soggiornò più volte. Nonostante echi del lirismo delle opere italiane, la musica del sestetto è inequivocabilmente russa: il tema iniziale rimanda addirittura a radici folcloriche. Composta tra il 1887 e il 1890, la partitura fu rivista dall’autore nel 1892, anno in cui avvenne la prima esecuzione a Pietroburgo.