Il pianoforte di Beethoven, Schumann e Chopin

09/06 - 13.59

Il pianoforte di Ludwig van Beethoven, Robert Schumann e Frédéric Chopin è il protagonista di questo ascolto scandito da tre interpretazioni straordinarie.

Cominciamo con Sviatoslav Richter alle prese con la Sonata in la bemolle maggiore op. 110 di Ludwig van Beethoven in una registrazione effettuata a Ludwigsburg nell’ottobre 1991. Quasi al termine del percorso delle 32 sonate, il genio di Bonn ripensa in maniera estrema il genere della sonata. Il principio dialettico del bitematismo è ridimensionato a favore di un’indagine tutta in “verticale”, espressa dalle forme monotematiche della variazione e della fuga.

Proseguiamo con la Kreisleriana op 16 di Robert Schumann nell’esecuzione di Vladimir Horowitz. “Di tutte le composizioni degli anni attorno al 1838, Kreisleriana mi è la più cara”, scriveva l’autore specificando che “il titolo non può esser compreso che dai tedeschi. Kreisler è un personaggio creato da E.T.A. Hoffmann, è un maestro di cappella strano, esaltato, spirituale.” Schumann si identificò con questo personaggio fantastico e demoniaco al punto che Kreisleriana può essere letta come un autoritratto musicale.

In chiusura ascoltiamo Claudio Arrau nella Sonata n. 3 in si minore op. 58 di Frédéric Chopin. Scritta nel 1844, l’ultima delle tre sonate del musicista polacco è quella che più si attiene alla struttura tradizionale, anche se non mancano alcune irregolarità. Tra queste l’assenza del primo tema nella ripresa nel primo movimento e l’uso dello Scherzo come secondo movimento. Si tratta di evidenti segnali della crisi in cui era entrata la sonata classica.

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