04/12 - 19.29
Le mani di due gesuiti – Domenico Zipoli e Martin Schmid – si sovrappongono nei Vespri di Sant’Ignazio che vi proponiamo oggi. Il tedesco trascrisse diverse partiture dell’italiano, a cui sopravvisse per più di quarant’anni. In gran parte dei casi si tratta di musica sacra, come per questi Vespri, che vi proponiamo nell’esecuzione del Coro de Niños de Cordoba e dell’Ensemble Elyma diretti da Gabriel Garrido.
Domenico Zipoli è una delle figure più affascinanti e paradossalmente meno conosciute del Barocco. La sua opera – numericamente ridotta per gli standard settecenteschi ma di grande qualità – abbraccia diversi generi, dagli oratori (perduti) alla musica liturgica e alle cantate. Nella scrittura di queste si notano elementi stilistici dei compositori più noti di quegli anni, a partire da Alessandro Scarlatti, per breve tempo insegnante di Zipoli. Nel 1716 si trasferì a Siviglia, dove entrò nell’ordine gesuita e da cui partì per le missioni dell’America Latina. Nel 1725 Zipoli contrasse la tubercolosi, che l’anno successivo l’uccise a soli trentasette anni.