30/11 - 16.07
Herbert von Karajan dirige i Berliner Philharmoniker in una pagina di Maurice Ravel e in due di Piotr Ilijč Čajkovskij.
In apertura troviamo il celeberrimo Boléro, scritto da Ravel nel 1928 per la danzatrice Ida Rubinstein. Due anni dopo Arturo Toscanini lo eseguì per la prima volta a New York. Ravel si accorse che la versione di Toscanini si discostava dai tempi indicati e dichiarò che il brano doveva durare 17 minuti. Nella versione diretta da Karajan ne dura 16.18.
A seguire l’Ouverture Solenne 1812 commissionata a Čajkovskij per l’Esposizione Pan-Russa delle Arti e dei Mestieri di Mosca nel 1880. L’Ouverture rievoca la campagna napoleonica in Russia.
In chiusura Romeo e Giulietta, Fantasia-Ouverture da Shakespeare, considerata il primo capolavoro di Čajkovskij, nata da un’idea di Milij Balakirev nel 1869. Lo testimonia una lettera del compositore all’amico leader del Gruppo dei Cinque: “La mia Ouverture procede abbastanza rapidamente, la maggior parte è già stata composta e una parte considerevole di ciò che voi mi avete consigliato di fare è stata realizzata secondo le vostre istruzioni. In primo luogo, l’impianto è vostro: l’introduzione che descrive il frate, la rissa – Allegro, l’amore – il secondo tema – e, secondariamente, le modulazioni, sono vostre: l’introduzione in mi maggiore, l’Allegro in si bemolle minore e il secondo soggetto in re maggiore”. Čajkovskij vi rimise mano l’anno seguente modificandone l’introduzione, parte dello sviluppo e la conclusione, e ancora nel 1880 riscrivendone l’epilogo.