25/07 - 12.40
Bernard Haitink dirige la Royal Concertgebouw Orchestra nella Seconda Sinfonia di Beethoven e nella prima Serenata di Brahms.
In apertura la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36, composta tra il 1800 e il 1802 mentre si manifestava la sordità che avrebbe affetto Beethoven fino alla fine. Ai contemporanei la Sinfonia parve decisamente fuori dagli schemi. Come scrisse l'”Allgemeine Musikalische Zeitung” dopo un’esecuzione del 1805, “troviamo il tutto troppo lungo, certi passaggi troppo elaborati; l’impiego troppo insistito degli strumenti a fiato impedisce a molti bei passi di sortire effetto. Il Finale è troppo bizzarro, selvaggio e rumoroso. Ma ciò è compensato dalla potenza del genio che in quest’opera colossale si palesa nella ricchezza dei pensieri nuovi, nel trattamento del tutto originale e nella profondità della dottrina”.
“Il vero uomo ideale è tranquillo nella gioia e tranquillo nel dolore e nella sofferenza. Le passioni devono passare presto oppure bisogna reprimerle”, scrive Brahms a Clara Schumann nel 1857. In quello stesso anno comincia a scrivere la sua prima Serenata, scandita da una serenità che tiene a distanza le passioni giovanili. Brahms inizialmente scrive per un organico ridotto – flauto, due clarinetti, corno, fagotto e quartetto d’archi – per poi passare, su suggerimento di amici musicisti, a un organico da piccola orchestra. Non ancora convinto, il compositore stende la versione definitiva per grande orchestra. L’organico ampio rende la Serenata op. 11 un capolavoro di scrittura orchestrale, capace di passare dai colori più accesi ai chiaroscuri più sfumati. La prima esecuzione avviene ad Hannover il 3 ottobre 1860.