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Nella galleria dei grandi direttori d’orchestra del Novecento una delle figure di maggior rilievo è quella del russo Evgenij Mravinskij. Nato nel 1903 a San Pietroburgo, vi è morto nel 1988 dopo aver diretto per cinquant’anni, dal 1938 al 1987, la Filarmonica della città. Ed è naturalmente dal podio della sua Orchestra Filarmonica di Leningrado che dirige la Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36 di Piotr Ilijč Čajkovskij (la registrazione è del 1957) e la Sinfonia n. 10 in mi minore op. 93 di Dimitri Šostakovič. Di quest’ultimo fu a lungo amico prima di rifiutarsi di dirigere la prima della Sinfonia n. 13 contrastata dal regime sovietico. A dirigerla, nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca il 18 dicembre 1962, fu Kiril Kondrasin.
Della Sinfonia n. 4 di Čajkovskij Mravinskij dà una lettura che privilegia la struttura all’ornamento, in cui la spettacolarità dell’orchestrazione e la contabilità del fraseggio non cedono mai a un facile sentimentalismo.
Quanto alla Sinfonia n. 10 di Šostakovič, è stato scritto che Mravinskij la diresse come nessun altro. Scritta nel 1953, la prima partitura del dopo-Stalin sembrò siglare il ritorno dell’autore a uno stile del tutto personale e autonomo da ingerenze politiche.