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Emil Gilels, grande pianista sovietico morto nel 1985, interpreta due Sonate di Ludwig van Beethoven: la Pastorale e la Waldstein.
Rispetto alle precedenti, la Sonata in re maggiore op. 28 “Pastorale” torna al modello della Sonata da concerto in quattro movimenti: Allegro – Andante – Scherzo – Rondò. Scritta nel 1801, la partitura deve il titolo, apocrifo, al clima arcadico e contemplativo che vi si respira. Qui l’ispirazione lirica ha la meglio sui contrasti tematici che spesso raccontano il conflitto etico del compositore.
Nata tre anni dopo, la Sonata n. 21 in do maggiore op. 53 “Waldstein” è invece tripartita: Allegro con brio – Introduzione, adagio molto – Rondò, allegretto moderato, prestissimo. Qui il titolo deriva dalla dedica al conte Waldstein, protettore del compositore negli anni giovanili di Bonn. Siamo all’apice della cosiddetta seconda maniera di Beethoven. Al virtuosismo richiesto all’esecutore corrisponde un clima pre-impressionistico ottenuto attraverso un particolare uso del pedale.