Bruno Walter dirige due opere di Anton Bruckner: la Sinfonia n. 9 in re minore con la Columbia Symphony Orchestra e il Te Deum in do maggiore con la New York Philharmonic Orchestra.

Walter ha descritto il suo rapporto con la musica di Bruckner come un’epifania. Dopo non averla amata per molti anni, un giorno, mentre era a letto malato, si è sentito sopraffatto dalla musica del compositore austriaco. Reso ricettivo dalla spossatezza, libero dai pregiudizi, se ne è innamorato.

Straordinaria testimonianza di questo amore è la registrazione del 1959 della Sinfonia n. 9 in re minore, nei tempi: Maestoso, misterioso – Scherzo, allegro – Adagio, lento maestoso.

A seguire il Te Deum in do maggiore che Bruckner aveva pensato di porre a completamento della Sinfonia n. 9 sull’esempio nella Nona di Beethoven. Il risultato è un brano in cui s’intrecciano passione e monumentalità, quasi a presagire esiti del primo Novecento. Gustav Mahler – guarda caso – scrisse che il Te Deum era “per le lingue degli angeli, dei benedetti, dei puri di cuore e per le anime purificate nel fuoco”. Lo ascoltiamo in una registrazione del 1953 con il Westminster Choir e i solisti Frances Yeend (soprano), Martha Lipton (contralto), David Lloyd (tenore) e Mark Harrell (baritono).