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Arcangelo Corelli, nato nel 1653 e morto nel 1713, è stato il padre del genere compositivo conosciuto come “concerto grosso”. I suoi dodici concerti grossi furono pubblicati postumi ad Amsterdam nel 1714 come opus 6 con dedica al Duca Johann Wilhelm von der Pfalz. I primi otto sono concerti da chiesa, gli ultimi quattro da camera. L’organico orchestrale è costituito dal concertino – due violini e un violoncello concertanti – e dal “grosso” dell’orchestra, ovvero violini di ripieno, viola, violoncello e contrabbasso. Il Basso continuo è scandito dal cembalo a cui possono aggiungersi l’organo portativo e il liuto. I dodici Concerti di Corelli costituiscono il modello di riferimento a cui si sarebbero ispirati Georg Friedrich Händel, Francesco Geminiani, Antonio Vivaldi e altri ancora.
Ne ascoltiamo in apertura uno da chiesa: il Concerto grosso in fa maggiore op. 6 n. 2 nei tempi Vivace, allegro, adagio, vivace, allegro, adagio, largo andante – Allegro – Grave, andante largo – Allegro.
A seguire uno da camera: il Concerto grosso in fa maggiore op. 6 n. 9 nei tempi Preludio – Allemanda – Corrente – Gavotta – Adagio – Minuetto.
Ve li proponiamo nell’esecuzione dell’Ensemble 415, storica formazione barocca fondata e diretta dalla violinista svizzera Chiara Banchini. Si tratta di un’incisione del 1991 premiata con il Diapason d’Or. Il numero 415 indica le vibrazioni al secondo che corrispondono al la nell’accordatura usata per la musica antica.