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Sviatoslav Richter suona Sergej Prokof’ev. Il grande pianista russo interpreta la Sonata n. 4 in do minore op. 29 e la Sonata n. 6 op. 82 per pianoforte. Quest’ultima la ascoltiamo in una registrazione dal vivo effettuata alla Carnegie Hall di New York il 26 dicembre 1960. La prima risale agli anni giovanili, in particolare al 1917 con il sottotitolo “D’après des vieux cahiers” (“da vecchi quaderni”), comune anche alla Sonata n. 3, sempre del 1917. Entrambe rielaborano un tentativo di Sonata risalente agli anni del Conservatorio. Agli ultimi anni risale invece la seconda, scritta tra il 1939 e il 1940. “Gli schemi formali impiegati nei quattro tempi della Sonata n. 6 – fa notare Piero Rattalino – sono sempre chiaramente riconoscibili, pur alla semplice audizione, da un ascoltatore a cui siano stati forniti dalla scuola elementari strumenti di analisi conoscitiva. L’atteggiamento di Prokof’ev è, in senso lato, didascalico, perché tende non solo all’immediata comprensibilità dell’espressione ma anche delle forme; e, se non temessimo che il paragone venisse preso troppo alla lettera, diremmo che l’intenzione di Prokof’ev è un po’ quella del creatore di cartelloni, non del pittore da cavalletto”.