Il 1802 vede la pubblicazione di ben cinque sonate. Dopo la prima di queste cinque, la Sonata op.22, che aveva aperto la precedente trasmissione, si parla adesso delle tre sonate successive, e cioè della Sonata op.26 e delle due che costituiscono l’op.27 (la seconda della quali è la celebre “Chiaro di luna”). Non a caso queste tre composizioni sono presentate insieme: sono infatti il segno di una profonda crisi nella concezione della forma sonata (intendendo ‘crisi’ non nel senso di decadenza, ma di ripensamento, rielaborazione); e da adesso ogni nuova sonata cercherà di ridefinire, riplasmare questa forma.