17/10 - 17.04
Max Bruch e Hugo Alfvén, con le loro danze e rapsodie, sono i protagonisti di questo ascolto dedicato ai suoni svedesi tra ‘800 e ‘900.
Procediamo in ordine cronologico con le Danze svedesi op. 63, pubblicate da Max Bruch nel 1892. Dopo una prima versione per violino e pianoforte, il compositore tedesco ne approntò una per pianoforte a quattro mani, una per banda e una per orchestra. Ascoltiamo quest’ultima versione eseguita dall’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia con Kurt Masur sul podio.
Violinista, compositore, direttore d’orchestra e pittore, Hugo Alfvén è una figura centrale nella vita musicale svedese del ‘900. Il suo stile tardo-romantico trova spesso ispirazione nella cultura della sua terra. È il caso del suo brano più noto: Midsommarvaka (La notte di San Giovanni), Rapsodia svedese n. 1 op. 19. Alfvén la scrive nel 1903 utilizzando diversi motivi popolari. Dai riti pagani legati alla celebre notte di mezz’estate passiamo ai canti di brindisi con la Rapsodia svedese n. 2 op. 24 “di Uppsala”. Composto nel 1907, questo potpourri è stato eseguito per la prima volta lo stesso anno al festival organizzato dall’Università di Uppsala per celebrare il duecentenario della nascita di Linneo.
Ascoltiamo entrambe le rapsodie nell’esecuzione dell’Orchestra Filarmonica di Stoccolma diretta da Neeme Järvi.