24/07 - 22.45
Chiudiamo la nostra programmazione odierna con quattro pagine di Claude Debussy eseguite dall’Orchestra della Suisse Romande diretta da Ernest Ansermet.
In apertura troviamo Printemps, Suite sinfonica in due tempi: Molto moderato – Moderato. La Suite prese forma nel 1887, dopo aver visto la “Primavera” di Botticelli a Firenze. Lontana da qualsiasi intento descrittivo, questa pagina evoca “la nascita lenta e sofferta di tutte le cose della natura e la maturazione progressiva che sfocia in un’esplosione di gioia, nella rinascita di una nuova vita”, come ha dichiarato l’autore.
A seguire il Prélude à l’après-midi d’un faune scritto tra il 1892 e il 1894 ispirandosi a una poesia di Stephane Mallarmé. Dopo averlo ascoltato il poeta scrisse al compositore: “Questa musica prolunga l’emozione del mio poema e ne fissa lo scenario più appassionatamente del colore”.
È poi la volta dei Tre Notturni. Scritti nel 1899, formano il primo grande trittico orchestrale di Debussy, che li presentò così: “Non si tratta della forma abituale del notturno, ma di tutto ciò che la parola contiene di impressioni e di luci particolari. Nuages: è l’aspetto immutabile del cielo con la lenta e malinconica processione delle nuvole, che termina in una grigia agonia dolcemente tinta di bianco. Fetes: è il movimento, il ritmo danzante dell’atmosfera con bagliori di luce improvvisa, e anche l’episodio di un corteo (visione abbagliante e chimerica) che passa attraverso la festa e vi si confonde. (…) Sirènes: è il mare e il suo ritmo mutevole, poi, tra le onde argentate di luna, si ode, ride e passa il canto misterioso delle sirene”.
In chiusura La Mer, titolo sotto il quale Debussy riunisce tre celebri schizzi sinfonici – De l’aube a midi sur la mer, Jeux de vagues e Dialogue du vent et de la mer – composti tra il 1903 e il 1905. Il mare – per cui ha mantenuto fin dall’infanzia “una passione sincera”, come lui stesso scriveva – è il tema del lavoro sinfonico più impegnativo della sua carriera. Dietro l’apparenza di un’evocazione rapsodica si cela infatti la struttura di una sinfonia in tre movimenti, in cui i riferimenti strutturali tracciano un unico arco formale.