Nella prima giovinezza il padre spinge Ferruccio verso la più ovvia carriera di pianista virtuoso, anzi di enfant prodige, ma ben presto la fisionomia di interprete di Busoni – dalla giovinezza fino agli ultimi anni sostenuta da una formidabile padronanza tecnica – fu sempre, e sempre più, posta al servizio non del suo successo personale ma della musica che eseguiva, fosse degli autori del passato, da Bach a Liszt, o sua propria. Fra le sue composizioni pianistiche giovanili spicca il ciclo – di evidente memoria chopiniana – dei 24 Preludi in tutte le tonalità, ma la sua attività di interprete avrà il suo centro nel grande repertorio classico, con riferimento particolare a Beethoven.