22/03 - 17.06
Mstislav Rostropovich e Leonard Bernstein sono i protagonisti, insieme all’Orchestre National de France, di due pagine di Bloch e Schumann.
In apertura ascoltiamo Schelomo, rapsodia ebraica per violoncello e orchestra scritta da Ernest Bloch nel 1916. Considerato “il patriarca musicale dell’Antico Testamento”, il compositore svizzero inizialmente pensò questa rapsodia per canto e orchestra sulle parole del Qohelet: “Vanità, vanità, tutto è vanità” attribuito Salomone (Schelomo in ebraico. Ma dopo aver ascoltato il violoncellista Alexandre Barjansky, a cui la rapsodia è dedicata, Bloch decise di usare il violoncello come espressione della voce di Salomone e l’orchestra come espressione della voce del popolo ebraico.
A seguire il Concerto per violoncello e orchestra in la minore op. 129 scritto da Robert Schumann nel 1850. Il violoncello è l’assoluto protagonista di una partitura in cui all’orchestra sono affidate sonorità soffuse e malinconiche che saranno poi riprese da Brahms.