21/07 - 22.54
Il Nuovo Quartetto, formato da Andrea Tacchi e Carlo Chiarappa ai violini, Piero Farulli alla viola e Andrea Nannoni al violoncello, interpreta Debussy e Ravel.
In apertura ascoltiamo il Quartetto per archi in sol minore op. 10 scritto da Claude Debussy fra il 1892 e il 1893, periodo dominato da atmosfere simboliste. La prima esecuzione avvenne, ad opera del Quartetto Ysaye, a Parigi il 29 dicembre dello stesso anno. La forma ciclica, scandita da uno stesso tema in continua trasformazione, rimanda a Franck. Allo stesso tempo la pratica della variazione rimanda a un universo onirico.
Dieci anni dopo vedeva la luce il Quartetto scritto da Maurice Ravel in un’ideale continuità con la partitura di Debussy. Nonostante l’assenza di un tema ricorrente, c’è tra i due quartetti un legame di fondo evidenziato dal nitore delle forme. Gabriel Fauré, a cui Ravel ventisettenne dedicò il suo unico quartetto per archi, gli chiese di modificare il finale della partitura. Ma, a questo proposito, fu proprio Debussy a scrivere al giovane autore: “Nel nome degli dèi della musica e nel mio nome, non toccate una sola nota di quelle che avete scritto nel vostro Quartetto“.