Il clavicembalo di La Monte Young e P.D.Q. Bach

27/03 - 18.40

L’ultima puntata del ciclo Il clavicembalo ben temperato, un mito senza tempo, a cura di Claudio Proietti, è dedicata a La Monte Young e a P.D.Q. Bach. Si tratta di due figure tipiche – e impossibili da immaginare fra loro più lontane – della cultura americana.

La Monte Young

La Monte Young, uno dei guru del minimalismo e della musica concettuale, firma un lavoro monumentale e infinito. La parola va intesa sia nel senso letterale della lunghezza ma anche in quello della sua incompiutezza dato che vive solo nelle performance improvvisate e dunque mai definitive del proprio autore. Si tratta di The well tuned piano, un lavoro che cominciò a prendere forma negli anni Sessanta. Come il titolo suggerisce, l’idea è opposta a quella che era alla base del Clavicembalo ben temperato. L’abbandono della scala temperata e dell’adozione di qualsiasi forma di temperamento equabile (cioè di suddivisione dell’ottava in parti uguali) apre a una nuova e specifica intonazione del pianoforte su rapporti numerici basati sulla serie degli armonici naturali ma in modo che rimandino a un’idea di unicità e di assoluto. 

L’ascolto di molti frammenti tratti dalla performance che La Monte Young fece a New York dalle 18:43 del 10 maggio 1987 all’1:07:45 del giorno successivo, sarà contrappuntato dal racconto delle caratteristiche essenziali della vicenda artistica del compositore.

P.D.Q. Bach

Una rapida capriola e il palcoscenico cambierà totalmente. Piccoli, sapidi e spiazzanti preludi e fughe scritti da P.D.Q. Bach. Sotto questo nome si cela Peter Schickele, musicista statunitense di solida formazione accademica. Dapprima lavorò nel mondo del pop-folk e poi si scoprì una formidabile vocazione per performance musicali ironiche, basate sulla parodia di materiali o personaggi celebri del mondo della musica. Fu un successo clamoroso che dura tuttora e che si manifesta in una serie infinita di spettacoli, dischi e pubblicazioni. 

Fra i lavori firmati da P.D.Q. Bach c’è anche The short-tempered clavier (espressione che nel linguaggio comune americano significa “irascibile”). Si tratta di una serie di preludi e fuga in cui facili temini musicali che hanno le più disparate origini vengono trattati con estrema serietà contrappuntistica con un effetto di straniante comicità.

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