Il delirio amoroso di Haendel

25/01 - 17.21

Quando Haendel arriva a Roma – alla fine del 1706 – vige il divieto papale di rappresentare melodrammi in nome della pubblica moralità. Così Haendel si dedica ad altre forme compositive: oratori, inni, mottetti sacri e soprattutto le cantate, una peculiarità italiana. Ed è un cardinale, Benedetto Pamphili, a fornirgli i testi poetici di molti lavori, tra i quali la cantata Il delirio amoroso. Il soggetto è, secondo la consuetudine del tempo, tipicamente pastorale. La narrazione si concentra sull’amore infelice tra il pastore Tirsi e la ninfa Clori. La teatralità della Cantata è rivelata dalla corposità dell’organico strumentale, che comprende archi e fiati spesso concertanti, dall’alternanza tra recitativi e arie e dalla presenza di movimenti di danza per dinamizzare l’azione.
Ascoltiamo Il delirio amoroso nell’esecuzione de La Risonanza diretta da Fabio Bonizzoni. Solisti, il soprano Roberta Invernizzi e il violinista David Plantier.

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