Igor Markevitch in Unione Sovietica

25/07 - 17.37

Igor Markevitch dirige il Coro Accademico e l’Orchestra di Stato dell’Urss in pagine di Johannes Brahms e di Zoltan Kodály in una registrazione del 1963. Il direttore d’orchestra ucraino naturalizzato italiano aveva allora cinquantun anni.

In apertura ascoltiamo la Rapsodia per contralto, coro maschile e orchestra op. 53 scritta da Brahms nel 1869 su testo di Johann Wolfgang von Goethe. La voce solista è di Irina Arkhipova. Questi i versi di Goethe:

Ma chi è là in disparte?
Il suo sentiero si perde nella macchia,
gli arbusti si richiudono
dietro di lui,
l’erba ricresce,
la solitudine lo ingoia.

Oh! Chi sanerà il dolore
di colui per il quale il balsamo è divenuto veleno?
Colui che per troppo amore
divenne misantropo.
Prima disprezzato, ora dispregiatore,
logora in segreto
il proprio valore
in uno sterile egoismo.

Se nella tua cetra,
o padre d’amore, c’è una sola nota
che giunga al suo orecchio,
conforta il suo cuore!
Svela a quell’occhio offuscato
le mille sorgenti
sgorganti nel deserto
vicini all’assetato!

In chiusura troviamo il Psalmus Hungaricus op. 13 di Zoltan Kodály nella versione in lingua tedesca cantata dal tenore Robert Ilosfalvy. La partitura fu scritta nel 1923 in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Budapest dalla fusione delle tre città di Buda, Óbuda e Pest. Per questa ricorrenza Kodály scelse una Cantata basata su un testo arcaico. Si tratta di una libera traduzione del Salmo 55 di David, realizzata dal poeta ungherese Mihály Kecskeméti Vég nel 16esimo secolo.

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