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Georges Prêtre dirige l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo in due pagine del compositore francese Darius Milhaud (1892 – 1974).
Nel 1924 va in scena a Parigi il “ballet chanté” Salade, in cui Milhaud si rifà ad antichi motivi italiani. Il soggetto, ispirato a motivi della Commedia dell’Arte, è firmato dal poeta francese Albert Flament. Nel 1926 il compositore torna negli Stati Uniti per una seconda tournée. Gli organizzatori gli chiedono un brano che lo impegni anche come strumentista sul palco. Così Milhaud prende dodici dei diciassette brani di Salade e costruisce una “fantasia per pianoforte e orchestra” che intitola Le Carnaval d’Aix. Ed è proprio questa che ascoltiamo con Michel Béroff al pianoforte.
È invece del 1944 la versione per orchestra sinfonica della Suite Française che Milhaud scrive in California, dove si era rifugiato quattro anni prima per sfuggire alla persecuzione nazista. Originariamente pensata per orchestra di fiati, la Suite Française è un omaggio alla memoria dei caduti della seconda guerra mondiale e a coloro che si erano impegnati nella liberazione della Francia. La partitura si articola in cinque movimenti che seguono l’ordine della liberazione delle regioni francesi dopo lo sbarco degli alleati: Normandie (Animato), Bretagne (Lento), Île-de-France (Vivo), Alsace-Lorraine (Lento) e Provence (Animato).