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Tra i ritratti che periodicamente dedichiamo ai grandi pianisti incontriamo oggi quello di Alexander Brailowsky, nato nel 1896 e morto nel 1976. Il solista francese di origine russa è stato uno dei massimi interpreti di Frédéric Chopin. Ed è proprio una pagina del compositore polacco ad aprire questo ascolto. Si tratta del Concerto n. 2 in fa minore op. 21 per pianoforte e orchestra scritto tra la fine del 1829 e l’inizio del 1830. L’autore stesso lo eseguì a Varsavia il 17 marzo 1830 per poi replicarlo in occasione del suo esordio a Parigi il 26 febbraio 1832. La pubblicazione è avvenuta solo nel 1836 perché Chopin aveva perso in viaggio le parti d’orchestra. Per questo, pur essendo stato composto prima del Concerto n. 1 in mi minore op. 11, porta il numero 2. Con Alexander Brailowsky c’è la Boston Symphony Orchestra diretta da Charles Münch.
Lo stesso organico e lo stesso direttore figurano nella registrazione del Concerto n. 4 in do minore per pianoforte e orchestra op. 44 di Camille Saint-Saëns. Composto nel 1875, questo concerto rappresenta, secondo Alfred Cortot, “l’opera la più completa composta da Saint-Saëns per il pianoforte. (…) Qui Saint-Saëns sfrutta un principio ciclico che non ha nulla in comune con quello di Franck, e nel quale i temi generatori non vengono impiegati come leitmotive carichi di significato e di conseguenze, ma trattati semplicemente come elementi d’architettura musicale, e pretesto a trasformazioni piuttosto che a sviluppi”.