26/10 - 14.04
Oggi vi proponiamo alcune rarità beethoveniane, pagine scritte in gioventù in cui si intravedono i futuri sviluppi del linguaggio del compositore.
In apertura troviamo il Concerto per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore WoO 4 scritto nel 1784. Di questo primo concerto per pianoforte e orchestra non è stato trovato il manoscritto originale. Ne abbiamo una copia non autografa che riporta solo la parte per pianoforte, qualche intermezzo per quartetto d’archi e semplici tracce orchestrali. Lo ascoltiamo, nella ricostruzione dallo spartito e con le cadenze di Willy Hess, dall’Orchestra da camera di Berlino diretta da Peter Gülke con Eva Ander al pianoforte.
A seguire l’Adagio in mi bemolle maggiore WoO 43 n. 2 per mandolino e pianoforte scritto intorno al 1796 seguendo lo schema della forma sonata. Vi si trovano, in forma embrionale, procedimenti che Beethoven avrebbe portato a compimento nella maturità. Lo ascoltiamo da Erhard Fietz al mandolino e Amadeus Webersinke al pianoforte.
In chiusura il Trio per pianoforte flauto e fagotto in sol maggiore WoO 37, scritto tra il 1786 e il 1790, probabilmente per la famiglia del barone Friedrich Ludolf Anton von Westerholt, composta dal padre, che suonava il fagotto, e dai figli Wilhelm, flautista, e Maria Anna Wilhelmine, clavicembalista. Lo ascoltiamo nell’esecuzione di Bernd Casper al pianoforte, Hermann Wolfframm al flauto e Dieter Hähnchen al fagotto.